bandiera del Principato Principato de Roe Basse, lo Statuto
bissa
bandiera del Principato




Gemellaggio con Lissaro di Mestrino
(cronaca, commenti e foto di Ermen Gretti)
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AL CALIERA TROPHY
ALLA CORSA DEI MUSSI - CRONACA
ALLA CORSA DEI MUSSI - FOTO
AI CARTELLI INDICATORI
ALLO STEMMA DI LISSARO
ALLA PAGINA DI ROE BASSE
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 ROE BASSE - CALIERA TROPHY, 26 AGOSTO 2001

Sabato 25, al pomeriggio primi ad arrivare sono gli amici Padovani del Deikelvà Racing Team con la mitica 112 Abarth rimessa a nuovo ed una 130, e primi anche a scendere in pista.
Domenica verso le nove arrivo del pullman da Lissaro, breve sosta per le necessità organiche e poi via con un piccolo rinfresco; verso le 11 ha avuto luogo la programmata cerimonia di gemellaggio tra il Principato e Lissaro con processione al monumento alla "Caliera", deposizione di fiori e breve discorso mio e di Don Federico seguiti dal discorso più atteso del Principe Giulio I.o (alias Teno), che disdegnando quello che il suo particolare segretario gli aveva preparato, è intervenuto, stranamente ancora lucido, a braccio, e senza sproloquiare ha toccato temi di amicizia e di concordia; esprimendo soddisfazione per questo gemellaggio e dando il benvenuto agli amici Padovani.
In ossequio al rigido protocollo che cerimonia di tale fatta impone, non ci sono stati altri interventi anche se erano presenti delegati del Protettorato di Scarlin.
Durante la cerimonia è anche scaturita l'idea che il fatto debba essere segnalato agli ingressi del paese come avviene per altre realtà che promuovono iniziative analoghe, e pertanto sarà inoltrata domanda in tal senso all'amministrazione comunale.
Fiduciosi di un radioso avvenire i convenuti sono tornati quindi verso la tenda appositamente allestita per consumare lo splendido spezzatino "de musso" preparato dai Lissaresi; c'è stata qualche velata critica per la polenta "istantanea" che non rispondeva agli standard della polenta del Principato.

  


 LISSARO - PALIO DEI MUSSI, 2 SETTEMBRE 2001

Come concordato durante la cerimonia di gemellaggio una delegazione del Principato ha presenziato al palio dei Mussi di Lissaro.
Cerimonia simpatica e suggestiva che trae origini da un fatto d'arme avvenuto circa nell'anno 1000, che vide i Lissaresi sottrarre la bandiera raffigurante appunto un asino ai Vicentini e con grande clamore di trombe, tamburi e "cucchi" , specie di piffero locale, sfilare per le vie del paese fino al campanile ove venne appesa; da questo sembri derivi il detto: padovani pica mussi.

Solo in quattro siamo partiti di buon ora dal Principato, pochi invero stando alle promesse della domenica precedente, pochi ma buoni.
L'accoglienza, non c'era da dubitarne, è stata molto calorosa; prima da parte dei pochi che stavano preparando cucine e capannone per il pranzo e poi da parte di tutti gli altri che man mano sopraggiungevano; Agnese volle fare la spiritosa e viste le velate lamentele per la polenta della domenica al "Caliera Trophy" aveva portato alcuni chili di farina da polenta "buona"; i cuochi Padovani non si scomposero neanche un pò e consegnatole grembiule, mestolo e quant'altro l'incaricarono di prepararla.
Pranzo delle grandi occasioni, lunga e piacevole chiacchierata con Don Federico e poi in piazza ad assistere al palio.

Trombettieri, tamburini e sbandieratori da Ferrara e da Monselice vestiti di meravigliosi costumi medievali aprivano il corteo, subito seguiti dai Lissaresi anch'essi in costume medievale con maggiorenti e notabili, condannato e boia, abati e frati e tutta la variopinta corte di plebei e contadini recanti i frutti del loro lavoro.
Pregevole, non poteva non esserlo, Toni Bilico nella veste del frate priore; sfilava portando la croce, per il resto dell'anno sembra sia lui la croce della sua gentile signora, ed ogni tanto di nascosto (forse memore che nell'anno 1000 il tabacco ancora non era conosciuto) si accendeva una sigaretta.

La spontaneità delle comparse e l'entusiasmo del pubblico non potevano non coinvolgerci e quindi anche noi a fare il tifo naturalmente per Bepi, pilota del Deikelvà Racing Team in veste di scudiero della sua contrada, che ha comunque avuto le stesse difficoltà che normalmente ha con l'Ape anche con il "musso".
Otto le contrade in competizione, ai nastri di partenza quattro alla volta e poi finale per aggiudicarsi il palio e per aggiudicarsi "l'oco" come premio di consolazione. L'oco (oca) deve poi a tempo debito, da quanto ci è stato riferito, essere cotto e preparato dalla contrada che se l'è aggiudicato per essere consumato in una altra serata di festa da tutti i concorrenti.
Simpaticissima la "corsa" di animali che sono naturalmente abituati a fare solo quello che vogliono; veloci se il percorso del momento era in direzione della loro stalla, caparbiamente fermi se se ne allontanava o pronti comunque a tornare sui propri passi con repentini cambi di direzione che li portavano anche in mezzo alla oceanica folla che assisteva divertita tra incitamenti, urla, sacramenti e strattoni di fantino e scudiero.

Dopo la consegna del palio ulteriore spettacolo degli sbandieratori nell'attiguo campo di calcio seguito dalle esibizioni di un cavallo Andaluso.

  


Lissaro

Lissaro

Lissaro

Lissaro Lissaro

Lissaro

Lissaro Lissaro

Lissaro

  


I CARTELLONI INDICATIVI DEL GEMELLAGGIO

cartel
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LO STEMMA DI LISSARO

Lissaro

  




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